“Medico dei vicoli”, di Lucio D’Alessandro

Medico dei vicoli è il nuovo romanzo di Lucio D’Alessandro (prorettore dell’Università Suor Orsola Benincasa e preside della Facoltà di Scienze della formazione). Il libro è, in sostanza, una biografia; ma nello stesso tempo qualcosa di più. E’ la storia di una vita, del suo sogno infranto e della sua felicità ritrovata. E, sebbene i personaggi siano solo il frutto della fantasia di un brillante autore, ogni riferimento a cose, persone, luoghi e situazioni appare straordinariamente realistico.

La storia di Waltlibrodedica_d'alessandroer Episcopo ha inizio nel lontano 1949, quando arriva a Napoli dalla provincia, spinto dall’ambizione e dalla speranza di agevolare la sua carriera di giovane e promettente medico. Ma a Napoli Walter non è l’unico medico e la “concorrenza” agguerrita lo induce ad entrare nelle grazie di Stellina, figlia del potente barone ospedaliero Caccese. Il piano di Walter è tanto semplice quanto meschino: corteggiare Stellina, ingraziarsi il padre e poi, una volta ottenuto il suo scopo, abbandonare la ragazza, e Napoli, per tornare ad Angri a godere i frutti della sua agiatezza. E’ difficile imbrogliare, però, chi ha fatto le regole. Il vecchio Caccese, infatti, sospetta qualcosa e fa sorvegliare il ragazzo, scoprendolo in situazioni compromettenti. Qui si infrange il sogno di Walter che, ricattato da Caccese, è costretto a sposare Stellina e a sottostare al rigido e sprezzante giudizio del suocero. La vita di Walter, da ora in poi, procede quasi per inerzia, tra insoddisfazione e desiderio di vendetta. Fino al 1994. Qui Walter ritrova serenità, entusiasmo e la felicità che anni prima credeva di aver irrimediabilmente perso. Stellina, quella moglie capitata e non voluta, si è rivelata la sua salvezza. In questi anni lo ha amato – e lui ha imparato ad amarla a sua volta – gli è stata vicino e gli ha insegnato il senso della vita e della sua professione. Walter, trasferitosi da Posillipo al “Vico al Cavone”, ora è il “medico dei vicoli”, sensibile, gentile, sempre presente per aiutare e curare i più poveri e sfortunati di quella sua problematica città.

E’ così che, attraverso la storia di Walter Episcopo, D’Alessandro racconta indirettamente anche la storia di questa nostra problematica città, che spesso ci allontana dai nostri desideri, ma che altrettanto spesso ci costringe a riflettere su quanto bene possiamo fare per lei distraendoci dall’ossessione di noi stessi, permettendoci anche di conoscerci meglio. La dedica di D’Alessandro è rivolta a Città di Partenope e ai suoi civilissimi cittadini.

 

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